Prendete, per esempio, due carciofi, nettateli dalle foglie coriecee, suntateli, mondatene il gambo e tagliateli in due parti.
Poi questi mezzi carciofi tagliateli a spicchi o per meglio dire a fette da cavarne 8 o 10 per carciofo anche se non è molto grosso.
Di mano in mano che li tagliate, gettateli nell’acqua fresca e quando si saranno ben rinfrescati, levateli ed asciugateli così all’ingrosso o spremeteli soltanto, gettandoli subito nella farina perché vi resti bene attaccata.
Montate a mezzo la chiara di un uovo, ché uno solo basta per due carciofi, poi nella chiara mescolate il torlo e salatelo.
Mettete i carciofi in un vagliettino per scuoterne la farina superflua e dopo passateli nell’uovo, mescolate e lasciateceli qualche poco onde l’uovo s’incorpori.
Gettate i pezzi a uno a uno in padella con l’unto a bollore e quando avranno preso un bel colorito dorato levateli e mandateli in tavola con spicchi di limone perché, come ognun sa, l’agro sui fritti che non son dolci , dà sempre grazia ed eccitamento al buon bere.
Se desiderate che i carciofi restino bianchi, è meglio friggerli nell’olio e strizzare mezzo limone nell’acqua quando li mettete in molle.”
Note
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