Kebab di pollo all’indiana.
I cibi asiatici (etnici?) mi incuriosiscono da sempre. L’uso delle spezie mi affascina. Libri come la maga delle spezie non fanno che alimentare questa mia curiosità e accrescere il loro fascino ai miei occhi. Ho letto molti commenti dei lettori su questo libro: critiche contrastanti, qualcuno lo adora, qualcuno lo sconsiglia. Non posso ancora dare il mio parere in proposito perché comincerò a leggerlo nel finesettimana ma (a prescindere da quanto mi piacerà o non mi piacerà il romanzo) è innegabile che mi piacerebbe molto imparare a conoscere e dosare le spezie correttamente. Una donna in cucina che mescola delle potenti polveri colorate con maestria e competenza è da sempre simbolo della sconoscenza e allo stesso tempo del fascino femminile. Inoltre usare correttamente le spezie garantisce la buona riuscita del piatto e la sua unicità. Però ammetto che io stessa nella descrizione delle mie ricette speziate tendo a tralasciarne il dosaggio preciso. Sarà che, per esempio, con il sale non stiamo mai a precisarne i grammi o i cucchiaini. Lo stesso quando usiamo il pepe o il peperoncino (del quale peraltro dovremmo sempre conoscere il grado di “piccantezza”): conosciamo bene l’effetto che hanno sul piatto e li dosiamo automaticamente a seconda della “grandezza” della pentola che stiamo usando. Ma come comportarci con il curry, con la curcuma, con il cumino, con lo zenzero, con il coriandolo, con la paprika, con la cannella, con la noce moscata, con il cardamomo? Non conosciamo il loro sapore e non riusciamo a prevederne l’effetto. I popoli asiatici usano molte spezie (credo che ai loro palati i nostri piatti risultino davvero insulsi) e le loro ricette danno precise indicazioni di quanto usarne.
Dopo una premessa così mi viene naturale confessare che le mille spezie, i mille odori e i mille colori dell’India mi attraggono e mi affascinano. In India tutto è avvolto da un velo di spiritualità e questo ammanta di fascino e mistero quell’intero sub-continente. La grandezza dell’India, con una delle popolazioni più vaste al mondo, offre innumerevoli possibilità di piatti e cibi differenti. Uno dei ricettari che mi sono regalata dichiara un peso di 1,5 Kg di ricette (circa 1000 ricette in 816 pagine) descritte in inglese. Una ricchezza da lasciare disarmati. Ma ovviamente non poteva bastarmi: come avrei potuto accontentarmi di una sola fonte per un Paese grande circa 11 volte l’Italia? E così oltre a due ricettari “generici” di ricette dal mondo e di ricette asiatiche, è apparso nella mia libreria anche un secondo ricettario prettamente indiano (anche questo in inglese). Chi vuole può dare un’occhiata a tutti i miei ricettari nella pagina Facebook nell’album “I miei Ricettari“, chissà magari usiamo gli stessi! 😉
Ecco… ora il post dovrebbe continuare narrandovi le fantastiche gioie del palato che ho scoperto in tutti questi ricettari… Purtroppo non è così! Ma andiamo con ordine. Ho imparato a mie spese a trattare questi paesi (e le loro ricette) con tutta la cautela possibile: ci sono molte persone che si sentono spiritualmente vicine a queste popolazioni e che ne hanno accolto la filosofia, la religione e il modo di vivere. Purtroppo tutta questa spiritualità alcune volte (non sempre) acceca i cuori a tal punto da non lasciare spazio a idee differenti e non perdona (o non capisce?) l’uso dell’ironia. In qualche commento sono stata tacciata di essere offensiva e poco intelligente, commenti che non ho pubblicato per la semplice ragione che mi sarei sentita in dovere di rispondere e allora credo che l’ironia avrebbe lasciato il posto alla serietà e avrei risposto seriamente a chi si permette di essere scortese. Forse così mi sarei tolta un sassolino dalla scarpa ma avrei dato il via ad un botta-e-risposta che avrebbe danneggiato entrambi/e (anche se forse qualche utente del Web ha una vita talmente poco interessante da aspettare con ansia “brividi” di questo tipo).
Ma forse è il caso di tornare a parlare della cucina indiana e dell’uso delle spezie, no? Qualche riga fa dicevo di non essere stata folgorata dai loro sapori. Confermo. Così come un indiano troverebbe la mia cucina priva di sapori, io trovo la cucina indiana particolarmente ricca di sapori fino a provarne fastidio. Questi cibi sono talmente ricchi da stancarmi presto non permettendomi di finire il piatto. Questo, almeno, riguarda ciò che ho mangiato fino ad ora… Ma sono sicura che qualcuno ne va pazzo. In ogni caso trovo che la cucina indiana sia una buona scuola per avvicinarsi all’uso e all’arte delle spezie.
Ma com’è questo Kebab di Pollo? Bilanciato per quanto riguarda le spezie, deve essere accompagnato da qualche salsa altrimenti attoppa (io ho usato la conserva di cipolle rosse, e la salsa barbecue). Ho preso la ricetta del kebab di pollo dal ricettario “cooking school Indian” e credo che una attenzione particolare se la meriti il garam masala che è un mix di spezie molto usato in India, ma ha una composizione variabile e questo, senza dubbio, aumenta i gradi di imprecisione!
Il kebab di pollo va cotto al forno su una graticola, così l’umidità che si sviluppa durante la cottura non evapora e mantiene umida la carne che altrimenti tenderebbe a seccarsi troppo.
Per favore, se rifai la ricetta e la pubblichi su altri blog o gruppi, ricordati di citare la fonte. Se ne hai voglia puoi anche taggarmi su instagram (@diariodicucina-Paola).
Ricetta Kebab di Pollo all’Indiana
Kebab di Pollo all'Indiana
Ingredients
- 80 g di nocciole sgusciate e spellate o di anacardi
- 2 cucchiai di panna fresca
- 1 uovo
- 500 g di petto di pollo
- 1/2 cucchiaino di sale
- 2 cucchiaini di aglio tritato
- 2 cucchiaini di zenzero in polvere
- 2 cucchiaini di peperoncini verdi
- un mazzo di prezzemolo o coriandolo
- 1 cucchiaio di garam masala
- burro fuso
Instructions
- Coprire le nocciole con acqua bollente e lasciarle in ammollo per 20 minuti.
- Quindi frullarle insieme all’uovo e alla panna.
- Mettere nel frullatore anche il petto di pollo e tutti gli altri ingredienti (tranne il burro fuso).
- Frullare finché il composto non appare bello liscio.
- Mettere in frigo a far riposare e raffreddare per 30 minuti.
- Ungere gli spiedini, dividere il composto in 6 parti e avvolgere il composto intorno allo spiedino (per farlo è meglio avere a portata di mano una ciotola con dell’acqua fredda in cui attingere le mani per evitare al composto di di appiccicare).
- Preriscaldare il forno (con all’interno una griglia unta di olio) in modalità statica a 200° C.
- Cuocere gli spiedini per 4 minuti da un lato, quindi spennellare con il burro fuso e lasciare cuocere per un altro minuto; quindi girare gli spiedini e lasciarli cuocere per 3 minuti, spennellare di burro fuso e lasciare cuocere per altri 2 minuti.
Notes
Consulenze e Mentoring

Se la ricetta non ti basta, e vuoi approfondire e capire come migliorare… posso aiutarti con il servizio di consulenze-mentoring. Io e te in videoconferenza. Prova a vedere se può interessarti (clic)