
Panini sì, ma non solo: nella foto in alto una ciabatta affettata per essere portata a tavola (io la adoro con zuppe e scarpette). Che poi la sua mollica leggera e alveolata ha un bel fascino, soprattutto per noi panificatori seriali!

Finalmente dopo varie anteprime e mini filmati di impasti sul conto Instagram, riesco a pubblicare il post sulla ciabatta lievito madre. Ragazzi… pubblicare un post sul blog non ha niente a che fare con un post sui social: le foto sul blog sono più curate (almeno spero che la differenza si noti 😅), prendo il tempo e lo spazio per parlare un po’ più di me (anche se magari non ve ne frega niente perché siete qui solo per la ricetta) e la ricetta è più dettagliata. Il vantaggio di instagram è che ce l’ho sul telefono, è quindi un diario immediato di prove e riflessioni. Ma penso sia così un po’ per tutti.
Ciabatta: qualche accorgimento ma niente di impossibile.
La ciabatta è un pane relativamente semplice perché manca di alcuni passaggi manuali presenti invece in filoni e pagnotte. La ciabatta non ha bisogno di formatura né di incisioni pre-cottura. Avrete capito che è un pane che meno lo si manipola meglio è.
Inoltre:
- ha bisogno di una idratazione adeguata al tipo di farina usata,
- di un paio di accorgimenti al momento dell’appretto (ultima lievitazione, quella dopo la divisione in vari panetti e prima della cottura) e del passaggio in forno,
- e della classica cottura in presenza di vapore per i primi 20 minuti.
Attrezzatura e materie prime.
Farina: crosta sottile e croccante e mollica leggera e alveolata? Serve una farina bianca e molto forte (W>400). Io ho usato la farina 00 “star” di mulino padano (clic) senza mescolarla ad altri tipi di farina. Trovo questa farina ideale per baguettes e ciabatte.
Pietra refrattaria (o pentola di ghisa): vanno bene entrambe le tecniche di cottura, bisogna solo cercare di ottimizzare il tempo di accensione del forno. Quindi, se per usare la pentola di ghisa è necessario cuocere in più turni (ex: pentola piccola) forse è meglio usare la pietra refrattaria e creare del vapore nel forno (basta mettere un pentolino di acqua nel forno o – meglio ancora – mettere acqua in una leccarda da tenere nel ripiano più basso del forno).
Vi lascio il link dei prodotti che ho io e con cui mi trovo bene:
qui per la pentola di ghisa, e qui per la pietra refrattaria.
Cassetta di lievitazione: pratica e comodissima per contenere la farina e lavorare lasciando la cucina e il piano di lavoro pulito e in ordine. Io ne ho una tipo questa (clic).
Ciotola dove fare le pieghe: in plastica o in vetro.
Guanti in silicone: per manipolare pentole e pietra refrattaria roventi uso questi guanti in silicone (clic).
Vocabolario.
Mi sembra il momento giusto per un po’ di vocabolario (ho “studiato” in inglese, quindi userò termini inglesi):
Autolisi: tutta la farina e buona parte dell’acqua ben mescolate e messe a riposare dai 20 minuti alle 15 ore (in questo caso va messo in frigo). Il tempo fa il lavoro dell’impastatrice: il glutine si sviluppa da solo! Giuro!
Bulk fermentation = è il tempo di fermentazione di TUTTI gli ingredienti in massa (lievito e sale compresi). È il tempo dopo l’aggiunta del sale (io aggiungo il sale SEMPRE 30 minuti dopo il lievito) e prima del riposo in frigo. Il tempo della fermentazione in massa influenza la riuscita di un buon pane. Direi che il nostro lavoro si basa sull’esperienza per capire quando passare alla fase successiva. Parametro fondamentale per un risultato ripetibile e costante è la temperatura del bulk. Non si può panificare senza tener conto dell’influenza della temperatura sulla fermentazione / lievitazione.
Per la ricetta della ciabatta con pasta madre solida, clicca qui (clic).
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